di GIORDANO TEDOLDI
Il web come la cocaina: è questa, in soldoni, la tesi del senatore Cangini, e infatti il suo libro si intitola “Coca Web. Una generazione da salvare”, e snocciola una serie di dati allarmanti confluiti in una relazione che indaga il rapporto tra studenti e tecnologia digitale. Tutti i cervelli coinvolti nello studio ritengono che la continua esposizione al web, ai social, alle chat, manda in pappa il cervello dei giovani, le ultime generazioni dei quali, primo caso nella storia, avrebbero un quoziente d’intelligenza più basso delle precedenti. Possibile che il web e gli smartphone siano riusciti a invertire l’inarrestabile processo dell’evoluzione umana, arrivando al paradosso che le nuove tecnologie, invece di rendere gli uomini più progrediti, li facciano più cretini?
Cangini lo crede e, pur dichiarandosi liberale e contro i divieti, si è detto favorevole a proibire l’uso degli smartphone fino a 14 anni, perché il quadro emerso dallo studio citato è «agghiacciante» e «i lockdown hanno aumentato la dipendenza». Nondimeno, pensiamo che Cangini avrebbe dovuto mantenersi fedele al liberalismo e continuare a diffidare dei divieti, anche se alcuni sono inevitabili anche nelle società più aperte. Ma non in questo caso. I lockdown per il Covid hanno aumentato la dipendenza? E cosa avrebbero dovuto fare, in alternativa, gli under 14, confinati dentro casa con genitori non meno alienati di loro?
Almeno grazie alle vituperate tecnologie digitali hanno potuto giocare, distrarsi con musica o film, ma anche informarsi, e soprattutto sentirsi tra di loro, scambiarsi le loro impressioni ed evitare un isolamento assoluto, un deserto percettivo e un vuoto di stimoli che, quelli sì, sarebbero stati pesantissimi da sopportare psicologicamente. Caro senatore Cangini, si rende conto che oggi lo smartphone è il principale veicolo attraverso cui passa il mondo, e proibirlo è come attuare il più massiccio dei lockdown? Senza smartphone si toglie la musica, il cinema, la lettura, la socializzazione, le informazioni, i giochi. Alcuni diventeranno più cretini, altri più vivaci e intelligenti, come sempre. Va bene tenere sotto controllo il fenomeno della “gratificazione istantanea”, cui molti, non solo bambini, soggiacciono, ma sbarrare porte e finestre della realtà (la realtà di oggi, che è anche quella digitale) è anacronistico e anche un po’ “agghiacciante”.