di Angelica Malvatani – Tratto da Il Resto del Carlino dell’1 maggio 2022
Riprendiamo da dove avevamo lasciato. Ricomincia ospitando il senatore Andrea Cangini l’impegno dell’associazione Fermo Learning city di organizzare eventi di spessore con Carlo Nofri, portavoce del coordinamento nazionale delle città Unesco a fare da padrone di casa. I saluti istituzionali del presidente del Consiglio comunale, Francesco Trasatti che ha sottolineato il valore di una città dell’apprendimento e della conoscenza, fucina di idee e di riflessione, dentro una obbligazione che vede tanti soggetti uniti per puntare sulla formazione e sulla crescita culturale del territorio.
Protagonista Cangini, non come senatore di Forza Italia, ma come giornalista, autore di un testo di grande interesse, “CocaWeb, una generazione da salvare”, nel quale analizza il contesto giovanile attuale nel rapporto con la tecnologia digitale: “Uno dei fondatori di Facebook ha sostenuto che solo Dio sa i danni che i social hanno fatto ai nostri figli. Nel mio ruolo di senatore ho promosso una indagine sull’impatto digitale sugli studenti, coinvolgendo tanti esperti, per la commissione parlamentare istruzione del Senato.
Il ragionamento prende le mosse dall’importanza di abitudini che si stanno perdendo, la scrittura a mano, la lettura su carta che stimolano aree di cervello che altrimenti si rischia di spegnere. Si sta perdendo ogni identità, la politica e le istituzioni sono in crisi. Oggi crescere è una questione difficile, annullarsi sul web è la cosa più semplice e occupa almeno sei ore al giorno, il telefono è una appendice al corpo e la sua limitazione per un ragazzo vale una amputazione. Non si può più far finta che il problema non esista, gli abusi di social e internet provocano sensazioni e atteggiamenti che rischiano poi di portare ad altri abusi, di sostanze sempre più pericolose”. Cangini ha raccontato drammatiche esperienze di paesi come la Cina, il Giappone e la Corea del sud, che vivono la tecnologia da prima di noi e sono alle prese con un disagio enorme dei giovani a cui si sta cercando di porre rimedio.
“C’è chi prova a limitare le ore di permanenza sul web – aggiunge – bloccando l’uso di internet soprattutto di notte per evitare che i ragazzi perdano sonno e riportino danni neurologici seri. Guardiamo a quei paesi per capire da che parte stiamo andando anche noi, abbiamo già in Italia qualcosa come 100 mila ragazzi in hikimomori, isolamento assoluto e depressione. Dobbiamo fare qualcosa e io mi sento la responsabilità di questo, come padre, come parlamentare”.
A dialogare con l’autore anche Emanuele Frontoni dell’Università politecnica delle Marche che ha invitato a monitorare il tempo che tutti passiamo davanti allo smartphone, per capire quanta vita stiamo perdendo.