di Esposito Lucia
In un mondo in cui nascono più Sim che bambini vietare il cellulare ai minori di 14 anni è un’utopia. Sarebbe come riavvolgere la bobina del tempo e tomare in un’epoca dove non esistono emoticon ma emozioni, dove baci, lacrime e linguacce sono vere e non simboliche. Ma se l’idea del senatore Andrea Cangini passasse, se la sua proposta diventasse legge, faremmo solo il bene dei nostri figli e delle generazioni future. Regaleremmo loro qualche anno in più di libertà dall’iperconnessione, permetteremmo al loro cervello di svilupparsi, alla loro capacità di concentrazione di non disperdersi in mille beep, alla loro memoria di non contare solo sulle informazioni di google, consentiremmo loro di coltivare amicizie vere e non virtuali, li libereremmo da problemi fisici come posture scorrette, secchezza e dolore agli occhi, mal di testa e sonno disturbato.
I pediatri da tempo lanciano allarmi contro l’uso che è diventato abuso degli smartphone perché al di là di danni cerebrali e legati allo sviluppo emotivo dei ragazzini, c’è un altro aspetto: i piccoli non sono in grado di “gestire” un cellulare. E non basta spiegare che la rete è pericolosa, che i mostri cattivi sono usciti dalle favole a abitano anche il web, inutile mettere filtri che vietano l’accesso a certi siti, la verità è che quando un ragazzino ha in mano un cellulare esplora e conosce meglio degli adulti le infinite possibilità che lo strumento offre. Molti genitori stremati dai capricci dei figli comprano lo smartphone temendo che i pargoli, privi del dispositivo, siano emarginati dal gruppo.
La società italiana di pediatria fa sapere che negli Usa il 92% dei bimbi inizia a utilizzare i cellulari già nel primo anno di vita e a due anni e mezzo ne dispone giomalmente. In Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il telefono dei genitori. Lo smartphone sostituisce il ciuccio per calmare il bebé capriccioso, lo si usa per intrattenere i piccoli e non avere rotture di scatole quando si è a cena. Il bambino si calma in un attimo ma si convince che ad ogni frignata arriva il cellulare di mammà. E frignerà ancora. A 8 010 anni chiederà un telefono tutto suo e vivrà attaccato allo schermo, aspettando notifiche, guardando filmati, incontrando amici di cui neanche conosce il tono di voce. Giusto impedire l’uso ai minori di 14 anni, ma a una condizione: dovremmo cominciare da noi. Dovremmo imparare, per esempio, l’arte di staccarci dai nostri cellulari almeno quando i nostri figli ci parlano.