IN “COCAWEB”, ULTIMO LIBRO DI ANDREA CANGINI, UN’ANALISI DEL DISAGIO PSICOLOGICO DELLE NUOVE GENERAZIONI
di Valeria Arnaldi
ROMA Le nuove generazioni mostrano, per la prima volta nella storia dell’umanità, un quoziente d’intelligenza inferiore a quelle precedenti. Colpa dell’abuso di social e videogiochi. E del lockdown che ha dilatato il tempo ad essi dedicato.
È quanto emerge dal nuovo libro del senatore Andrea Cangini, “CocaWeb una generazione da salvare” (Minerva), presentato dall’autore ieri alla Camera di Commercio di Roma, in piazza di Pietra, in un incontro, moderato da Alessandra Targoni, con interventi del ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, in collegamento causa Covid, e della vice direttrice generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Nunzia Ciardi. In sala anche Mara Carfagna, Antonio Tajani, Valeria Fedeli, Giuseppe Moles. E Andrea Riffeser Monti, Riccardo Franco Levi, Domenico Barbuto, Virman Cusenza, Diego Ciulli.
I meccanismi chimici generati dall’abuso di social e videogiochi, si spiega nel libro, sono quelli delle sostanze stupefacenti. Come “coca”, appunto. A dirlo sono gli esperti ascoltati dalla commissione Istruzione del Senato nell’ambito di un’indagine conoscitiva promossa da Cangini. gli effetti dell’abuso si vedono su mente e corpo dei ragazzi. «La miopia è aumentata, come le malattie legate alla sedentarietà, quali obesità e diabete. Cresciuti pure i disagi psicologici. E si stanno perdendo memoria e capacità di concentrazione», secondo Cangini.
Una relazione redatta usando gli atti nel libro è stata votata all’unanimità dalla VII Commissione del Senato. «Durante il lockdown i ragazzi erano isolati ma sempre connessi – ha detto Bianchi – Abbiamo lavorato per riportarli in presenza. Devono sapere cos’è il digitale ma anche che è uno strumento. La circolare che vieta i cellulari in classe c’è ma non basta un divieto, la scuola deve riprendere una funzione importante per la vita collettiva e affettiva».
Il problema dell’uso eccessivo di social interessa anche giovanissimi. «Abbiamo visto crescere l’adescamento nella fascia 0-9 anni. E i casi di estorsione sessuale in quella ‘-13 – ha affermato Ciardi – In cinque anni sono saliti di oltre il 200 per cento i minori che hanno commesso reati gravi sul web».
Cosa si può fare? «Occorre educare – per Cangini – e porre regole. Non c’è un’unica soluzione»