Web & diritto. La tutela di chi è esposto al potere delle piattaforme è al centro di un volume che indica rischi e pericoli del sistema
di Guido Alpa – Tratto da IlSole24Ore Domenica del 22 maggio 2022
Il 23 marzo e il 23 aprile scorso il Parlamento e il Consiglio europeo hanno raggiunto due accordi politici di massima sul mercato digitale e sui servizi digitali. Entrambi gli accordi ranno riferimento al ruolo delle piattaforme digitali, che tutti noi ben conosciamo (da Google ad Amazon, a Facebook età.).
Il testo sul mercato digitale segnala che “i gatekeepers hanno un impatto enorme sui mercati digitali nei quali sono radicati e ne controllano di fatto l’accesso, creando tra loro e molti utenti commerciali una forte dipendenza che sfocia talvolta in comportamenti sleali nei confronti di tali utenti”. Il testo dei servizi, oltre a favorire il pieno sviluppo delle potenzialità delle piattaforme si preoccupa di contenere “le principali ripercussioni delle pratiche sleali” e di superare scarsa contendibilità, in modo da consentire agli utenti finali, e agli utenti commerciali, la possibilità di “sfruttare a pieno i benefici dell’economia di piattaforma e dell’economia digitale in generale, in un ambiente equo e contenibile”.
Ferma quindi la libertà di mercato garantita agli operatori, l’Unione europea, anche al fine di assicurare la certezza del diritto, si propone di fissare limiti e obblighi agli operatori per consentire l’applicazione efficiente delle innovazioni tecnologiche e al tempo stesso di tutelare gli interessi degli utenti.
Gli utenti oggi appartengono a tre categorie: i professionisti, che si avvalgono delle piattaforme per distribuire prodotti e servizi, i consumatori, che acquistano o usano prodotti e servizi e intrecciano tra loro rapporti comunicativi, e i cosiddetti prosumers, che sono gli stessi consumatori i quali a loro volta si trasformano in produttori attraverso i motori di ricerca, in cui l’attività del visitatore è determinante per fissare il prezzo delle inserzioni pubblicitarie.
La circolazione di comunicazioni, di dati, di immagini, forma essa stessa un mercato che si integra perfettamente con l’attività delle piattaforme e degli utenti. Questo mercato presenta ricadute negative, consistenti nella esasperazione delle differenze sociali, nella promozione di un consumismo inarrestabile, nella mercificazione degli strumenti educativi (Schiller, Digital Capitalism. Networking the Global Market System, Cambridge, Massachussetts, 2000); è un capitalismo che si fonda sui dati personali e sulla produzione di dati a mezzo di dati (Srnicek, Capitalismo digitale. Google Facebook Amazon e la nuova economia del web, Roma, 2017).
Di qui la sensibilità dei giuristi europei, sempre attenti a tutelare i diritti della persona. Ciò in quanto i dati personali non possono essere considerati “merce” al pari dei prodotti e dei servizi, l’identità personale non può essere pregiudicata dall’identità digitale, i diritti fondamentali della persona non possono essere sacrificati dalla economia di mercato.
L’attuale Garante della Privacy, nel solco di Stefano Rodotà e Francesco Pizzetti, da studioso del diritto civile sempre attento a coniugare la libertà del mercato con la tutela dei diritti fondamentali, ha raccolto saggi di diversi specialisti che illustrano con perizia i rischi dei cittadini esposti al potere delle piattaforme, sia quando queste offrono prodotti e servizi o intermediari tra produttori e clienti, sian quando creano social networks, e nel contempo raccolgono ed utilizzano dati personali, o costruiscono il “profilo” degli utenti, oppure veicolano fake news. Le fitte pagine additano al lettore i rischi e i rimedi, essendo gli Autori ben consapevoli che la maggior parte degli utenti sono per così dire irretiti dai gatekeepers, sono convinti che le condizioni da loro imposte siano insindacabili, e che non vi siano altri modi di protezione che quelli offerti dalle stesse controparti nelle condizioni d’uso del servizio. Non sempre i provvedimenti del Garante, le sanzioni irrogate dall’Autorità Antitrust o dall’AgCom sono sufficienti a contenere il potere del gatekeepers.
Il mercato digitale è infatti una sorta di Leviatano nel quale i gatekeepers svolgono una funzione trainante, paragonabile, per la loro forza economica e la loro aggressività, a quello di organismi sovranazionali indipendenti e potentissimi. Un potere così esteso da assommare competenze normative e amministrative, al pari di un qualsiasi Stato.
Di qui l’analisi encomiabile con cui Fabio Bassan si propone di arginare e controllare questo potere mediante l’impiego del diritto internazionale e del diritto transnazionale, delineando un nuovo paradigma, affidato alla soft law, per raggiungere questo scopo.
I “poteri privati” delle piattaforme e le nuove frontiere della privaci
A cura di Pasquale Stanzione, Giappichelli, pagg. 387, € 55
Digital Platforms and Global Law
Fabio Bassan, Elgar, pagg. 168, € 22.95